La ferrovia Santhià–Arona è una linea ferroviaria italiana di proprietà statale che collega il nodo ferroviario regionale di Santhià con la località turistica sul lago Maggiore di Arona.
È una linea lunga 65 km, gestita da RFI che la qualifica come complementare. Il servizio ferroviario passeggeri risulta sospeso e sostituito da corse automobilistiche.
Oggi quella linea è in chiusura.
Massimo De Simone, referente e portavoce di tantissimi pendolari, si sta battendo per la causa ARONA-SANTHIA' insieme a molti altri attivisti.
Arona Tv è felice di dare loro tutta la visibilità che può offrire.
Gentili lettori di Arona TV,
nel nuovo contesto, il business delle autolinee e la disponibilità di risorse non vincolate a Trenitalia rendono particolarmente vantaggiosa la soppressione delle ferrovie, ancor prima di qualunque esame sul bene per la società tutta.
Provo a dirlo in un altro modo ancora più brutale: alla Regione, delle ferrovie è sempre importato poco o nulla.
Il federalismo "finto" del decennio scorso, in cui la competenza era delle Regioni ma i soldi erano puramente "in transito" dallo Stato a Trenitalia, ha aiutato a mantenere lo status quo, nel bene e nel male; il taglio del servizio, che pure è avvenuto, è stato gestito da Trenitalia per scopi prettamente aziendali, come il degrado dei servizi interregionali per favorire i più costosi Intercity.
Del resto, là dove alle Regioni si è provata a chiedere una qualche capacità strategica, come per la messa a gara dei servizi, si è avuto un "nulla" pressoché unanime.
Oggi un federalismo un po' più vero sta per permettere alle Regioni di fare ciò che interessa davvero. Ed è fin troppo evidente che le ferrovie non interessano. A una visione cinica della realtà, non si può che concludere: i cittadini avranno semplicemente quello che si meritano e (forse) che vogliono.
Chi invece ama la ferrovia e pensa che possa dare ancora molto come infrastruttura strategica, cerca di andare oltre, di testimoniare e di controbattere.
La Regione Piemonte ha manifestato l'intenzione di chiudere a giugno 2012 un numero considerevole di linee.
L'elenco è il seguente:
1. Santhià-Arona
2. Pinerolo-Torre Pellice
3. Cuneo-Saluzzo-Savigliano (rimarrebbe il servizio merci)
4. Cuneo-Mondovì
5. Ceva-Ormea
6. Asti-Castagnole-Alba (già chiusa da Castagnole ad Alba da settembre 2010 per galleria pericolante)
7. Alessandria-Castagnole(-Alba)
8. Asti-Casale-Mortara (già chiusa da settembre 2010 per galleria pericolante)
9. Asti-Chivasso (già chiusa da settembre 2011 per galleria pericolante)
10. Novi-Tortona (rimarrebbe il servizio merci e i treni per/da Milano)
11. Alessandria-Ovada (rimarrebbe il servizio merci)
Sembrano per ora sopravvivere la Novara-Varallo (purtroppo non è difficile pensare alla vicinanza politica del sindaco di Varallo con la presidenza della Regione) e la Vercelli-Casale.
Si noti che quasi tutte le linee citate sono già abitualmente chiuse nei mesi estivi. Quindi la decisione di sopprimerle a giugno vorrebbe dire che viene fatta la chiusura estiva, ma non vengono più riaperte a settembre.
Ovviamente questa è una scelta fatta di proposito per minimizzare l'impatto sulla popolazione e dunque il rischio di contestazioni. Sempre per mascherare le intenzioni di dismissione, ancora a fine maggio, circolava la voce che la chiusura fosse rinviata a dicembre, e ne erano addirittura convinti i ferrovieri sul campo, tenuti all'oscuro della realtà dei fatti.
La stessa soppressione in estate è stata già fatta nei due anni scorsi (settembre 2010 e settembre 2011) per le due linee chiuse allora; in quei casi si è trovata la "scusa" di una galleria pericolante, ora si agirebbe in maniera più esplicita
Man mano che l'idea di chiusura si faceva sempre più concreta, è emerso un legame ancora più complesso e ambiguo con le autolinee.
In Piemonte i fondi per le autolinee sono già stati tagliati, probabilmente per un mix di totale disinteresse verso il trasporto pubblico e di cattiva gestione finanziaria.
Adesso la "promessa politica" che la Regione ha fatto alle aziende delle autolinee è all'incirca questa: "oggi sopprimiamo le ferrovie, così voi, sostituendole, potrete recuperare almeno parzialmente i tagli che avete già subito".
Lasciamo valutare al lettore il giudizio politico su questa manovra; sottolineiamo però come essa massimizzi il danno per la ferrovia: avendo prima impoverito le aziende delle autolinee, e avendo poi fatto passare il messaggio che avrebbero potuto rifarsi a scapito delle ferrovie, le ha inevitabilmente rese nemiche del treno; una soluzione che tra l'altro permette alla Regione di lavarsi le mani sui tagli già fatti e sulla propria incapacità di gestire la vera programmazione del servizio.
Massimo De Simone